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Trento, 4 luglio 2014 Il Trentino deve chiudere il ciclo dei rifiuti e lo può fare in maniera sostenibile. Nel prossimo piano provinciale dei rifiuti, abbiamo proposto alcune rettifiche, che qui riassumo. 1) Inserimento, nelle tecnologie ammesse alla chiusura del ciclo dei rifiuti, anche del trattamento di produzioni di materie plastiche da rifiuto, sulla base indicativa del famoso “progetto Cerani”, senza alcuna preclusione e in alternativa al percorso di produzione di Css, che rimane pure una strada possibile da percorrere, ma non l'unica azienda che si propone di sviluppare tale percorso, a parità di costi o a costi inferiori della produzione di CSS, la provincia sarebbe disponibile ad optare per tale soluzione. 2) Sviluppo di un sistema informativo aggiornato, dopo l'approvazione del piano, che coinvolga maggiormente comunità straniere e, soprattutto, il mondo della scuola. 3) Spostamento al primo posto, in ordine di valenza, nel piano, del concetto di "riduzione alla fonte", incentivando politiche di riduzione dei rifiuti in fase di emissione. La discussione tecnica avuta con i funzionari preposti ha determinato una notevole apertura nei confronti della nostra proposta, che, sostanzialmente, è stata accolta in quasi tutte le sue istanze. È stata evidenziata la questione del sito dello stabilimento, che noi suggerivamo di locare nell’area Whirlpool, ma i tecnici provinciali rimangono perplessi, poiché lì potrebbero esserci problemi di altra natura, quali una certa incompatibilità con la zona di Spini, che presenta un incremento abitativo considerevole e, quindi, eventuali odori fastidiosi potrebbero generare gravi disagi. Da qui, la provincia preferirebbe costruire un sito nuovo a Ischia Podetti, vicino alla discarica, la quale rimane come sito strategico per assorbire sbilanciamenti del sistema di gestione dei rifiuti. Ma, anche su questo punto, assessore e tecnico si sono detti disponibili a riparlarne in un altro momento, quando determinata la via da seguire ed i conseguenti spazi necessari. Quindi, che succede? Che finalmente la provincia di Trento ha preso atto che è necessario aprire le possibilità di offrire soluzioni tecniche e ambientali al passo con i tempi, senza preclusione alcuna. In buona sostanza, chiunque si proporrà per gestire il residuo indifferenziato, presentando un piano sostenibile ambientalmente e, ovviamente, anche economicamente, potrà seriamente ambire ad acquisire la gestione del ciclo di chiusura dei rifiuti. Questa nuova fase mette in risalto un approccio diverso da parte delle politica, che non determina più “a porte chiuse” cosa fare con i residui dei rifiuti e a chi attribuire tale incarico, bensì lascia campo aperto ad ogni tecnologia possibile, purché sostenibile dal sistema. Direi che è un grande risultato di apertura al confronto, auspicato dalle associazioni ambientaliste e da alcune forze politiche che, per anni, hanno sostenuto vie diverse dall’incenerimento dei rifiuti e che hanno portato la politica a rivedere le proprie decisioni. Ora, la palla passa a imprenditori del settore, nella speranza che ci sia qualcuno interessato a proporre, a tariffe sostenibili dalla collettività, sistemi all’avanguardia e che diano le sufficienti garanzie di continuità nel tempo. Sapranno, queste imprese, cogliere la sfida per la quale molte associazioni, affiancate da alcune forze politiche, si sono battute negli anni scorsi? La politica ha fatto i passi che doveva, seppure in ritardo, ma li ha fatti! Adesso, tocca a loro dimostrare seriamente che si può fare economia in maniera sostenibile e agli stessi costi, o magari anche inferiori, delle tradizionali vie precedentemente proposte e “imposte”, ma tenacemente contrastate. Si apre una nuova possibilità, speriamo possa essere colta, dopo anni di discussioni sul tema. Questa sarà la prova della verità e, noi stessi sostenitori di percorsi diversi, ci attendiamo risposte coerenti dalle imprese che propongono i sistemi che abbiamo sempre sostenuto. Marco Ianes
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